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Jeff Bezos al NYT: Amazon non è quella che avete raccontato
Da Redazione
Agosto 17, 2015
Jeff Bezos fondatore e CEO di Amazon non è per nulla entusiasta dell’articolo comparso sul New York Times il 16 Agosto e dal titolo “Inside Amazon: Wrestling Big Ideas in a Bruising Workplace“.
Gli autori dell’articolo Jodi Kantor e David Streitfeld non erano stati per niente teneri nei confronti del colosso dell’e-Commerce, descrivendo l’ambiente di lavoro all’interno di Amazon come brutale, fortemente competitivo e concepito per spingere manager e risorse umane verso oltre ogni limite per raggiungere gli obiettivi espansionistici della società.
I due articolisti descrivono il lavoro in Amazon come un inferno che inizia con una semplice regola: “dimenticare le cattive abitudini che hanno imparato nei lavori precedenti“. Quando un dipendente “raggiunge il limite” scrivono ancora i due nell’articolo, c’è solo una soluzione: “andare oltre ogni limite“.
Secondo quanto riportato nell’articolo del New York Times i dipendenti sono incoraggiati ad andare l’uno contro l’altro, le e-mail arrivano spesso oltre la mezzanotte con l’unico scopo di poter chiedere come mai non si è risposto in tempo. Il sabotaggio del lavoro altrui sarebbe all’ordine del giorno.
Per difendere l’operato di Amazon e le modalità con cui vengono gestiti i rapporti con i dipendenti è sceso in campo direttamente il CEO e fondatore della società Jeff Bezos che ha affidato ad un memo interno, successivamente ripreso da GeekWire, blog di tecnologia con sede in Seattle a due passi dalla sede di Amazon.
Nel suo memo, Jeff Bezos dice che non riconosce Amazon come la società raccontata nell’articolo ed incoraggia i dipendenti a leggere quanto descritto e nel caso in cui qualcuno si identifichi negli abusi descritti dal New York Times di riferire direttamente a lui o al responsabile per le risorse umane.
“L’articolo non descrive Amazon come io la conosco o le persone che si prendono cura degli Amazonians con cui lavoro ogni giorno”
dice Bezos
“Ma se qualcuno è a conoscenza di episodi come quelli riportati, desidero che vengano riportati all’ufficio per le risorse umane. Potete anche scrivere direttamente a me. Anche se si tratta di casi rari e isolati la nostra tolleranza per ogni mancanza di empatia deve essere pari a zero”
Nello stesso memo Bezos aggiunge
“Sono fermamente convinto che chiunque lavori in un’azienda come quella descritta dal NYT sarebbe un pazzo a rimanervi. Io lascerei una compagnia del genere”
Infine conclude
“Fortunatamente non è possibile riconoscere l’azienda descritta. Fortunatamente, potete divertirvi a lavorare con molti brillanti colleghi, che stanno aiutando ad inventare il futuro e gioiscono lungo il percorso”
Jeff Bezos, in precedenza, è raramente sceso in campo in prima persona per difendere l’operato di Amazon. L’articolo del NYT questa volta è statto talmente duro da indurre il CEO e presidente a chiarire direttamente qual è la posizione di Amazon nei confronti dei suoi dipendenti.
L’articolo pubblicato dal NYT a firma Jodi Kantor e David Streitfeld si basa su un centinaio di interviste ad altrettanti dipendenti o ex dipendenti di Amazon, molti dei quali hanno riportato situazioni come quelle descritte dai due autori.
I commentatori americani si dividono fra colpevolisti e innocentisti. Nel frattempo, su Linkedin, qualche dipendente di Amazon ha già pubblicato la sua risposta all’articolo dei NYT esponendo il proprio punto di vista
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