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Crowdfunding musicale: spazio a Ulule ed Hello Bank
Da Redazione
Ottobre 28, 2015
Finanziare progetti appartenenti al mondo della musica ora non è più tanto complicato, basterà avvalersi di HelloPlay! un sistema nato dalla collaborazione tra il sito di crowdfunding europeo Ulule e la banca online Hellobank.
Ulule
Si tratta di una piattaforma di crowdfunding, vale a dire un sistema di finanziamento collettivo, nato in Francia nel 2010 e affiliata BNP Paribas ed Hello Play, partner delle principali piattaforme digitali come Spotify, Deezer, Soundcloud e Last FM. La campagna di raccolta fondi viene seguita da esperti che accompagnano e seguono il progetto fino alla fine del periodo di durata della campagna.
Come funziona
Su “HelloPlay!” ognuno può ascoltare e condividere musica, esattamente come si fa abitualmente usando i principali canali online; in questo modo si accumulano quelli che vengono chiamati Hello Coins. Queste monete virtuali possono avere un valore variabile a seconda di come vengono accumulate e diventano soldi reali nel momento in cui l’ascoltatore che li ha accumulati, decide di devolverli a favore di un certo progetto promosso da Ulule ed HelloPlay!.
Questo è un sistema innovativo per seguire e sostenere a costo pari a zero, tutte quelle iniziative musicali che l’ascoltatore crede siano valide, siano esse produzioni di cd, festival o altri eventi che hanno a che fare con il mondo della musica.
Ovviamente chiunque abbia un progetto attinente al mondo della musica può accedere a questo servizio di finanziamento, purché si registri al sito. Allo stesso modo, chiunque voglia rendersi utile finanziando un progetto, lo può fare registrandosi al sito e condividendo musica come fa abitualmente. In questo modo saranno accumulati i “coins” da devolvere cliccando su “sostieni un progetto” nella pagina descrittiva del progetto stesso. Se il progetto raggiunge l’obiettivo, allora tutti i coins verranno convertiti in denaro e il progetto potrà avere luogo. In questo modo chiunque potrà aiutare il mondo della musica e dell’arte più in generale, che troppo spesso viene messa da parte appunto per problemi economici.
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