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Google: algoritmo anti-bufale, ecco come funziona

Da Redazione

Marzo 03, 2015

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Google: algoritmo anti-bufale, ecco come funziona

Google dichiara guerra alle bufale. Che le leggende metropolitane siano nate con l’uomo è un dato di fatto, ma è altrettanto vero che il Web 2.0 e l’avvento dei social network abbiano contribuito a rendere ancora più semplice la circolazione. Dal gatto con solo due zampe, all’autista che semina un esercito di poliziotti guidando un fuoristrada su due ruote, passando per le immagini di astronauti incise su antichi monumenti… Le bufale esistono da sempre e continueranno ad esistere, ma Google ha deciso di non veicolarne il loro messaggio fuorviante dalla realtà.

A tal proposito, il motore fondato da Larry Page e Sergey Brin, sta mettendo a punto un particolare algoritmo che consente di individuare in modo molto semplice le notizie inventate o prive di fondamento. L’obiettivo è quello di scremare i risultati delle ricerche, dando minore visibilità a quegli articoli che, seppur rispettando i canoni del SEO (Search Engine Optimization), presentino al loro interno informazioni farlocche.

Un’ulteriore svolta verso la qualità da parte di Google, che negli anni ha costantemente modificato il proprio algoritmo, inserendo sempre nuovi parametri per l’individuazione di testi attendibili. Effettuando una ricerca sul motore, in base ad alcuni parametri fissati dall’azienda, Google restituisce i risultati più attendibili, più letti, più commentanti e condivisi. Spesso, però, può capitare di imbattersi in qualche bufala, che approfittando della viralità dei social network, riesce a collezionare record di click.

Per ovviare alla mancanza di una dimensione “semantica”, che non consente all’algoritmo di capire se quanto scritto in un articolo corrisponda a verità, dalle parti di Moutain View sostengono di essere riusciti ad inserire un nuovo parametro in grado di rilevare e penalizzare la notizie prive di corrispondenza con la realtà. Il nuovo algoritmo, chiamato Knowledge-Based Trust, non potendo comunque in grado di distinguere i significati dei testi scansionati, si baserà sullo sterminato database del portale Knowledge Vault (circa 1,6 miliardi di notizie), creato da Google stesso nel 2014. Al momento, il nuovo algoritmo è in fase di sviluppo, ma potrebbe entrare presto “in vigore”.


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